Campagnone: facciamo chiarezza

Con l’uscita dell’articolo del gruppo di maggioranza su Il Lonatese, ha iniziato a circolare questa voce, divenuta quasi notizia, che l’attuale amministrazione sia contraria all’intervento dei capannoni nel Campagnone di Tornavento.

Rimettiamo in ordine i concetti: la giunta Carraro, senza Carraro ma con il suo benestare, ha approvato una delibera con cui condivide il progetto di un polo logistico ENORME da costruire sul terreno con destinazione agricola all’ingresso di Tornavento. Questo è un fatto.

Chi ha scritto l’articolo per la maggioranza ha solo detto che non gli piace tanto il disegno del progetto e che gli piacerebbe fosse un po’ diverso. Non ha certo detto che è contrario alla costruzione.

Bisogna smetterla di cercare di far passare quello scritto come un ripensamento dell’amministrazione. Testuali parole: “il progetto presentato da un privato per il Campagnone di Tornavento … è qualcosa di SICURAMENTE accettabile”. Punto. Anche questo è un fatto.

Comprendiamo che la lettura dell’articolo (che raggiunge vertici psichedelici tra il rapporto animale-cavaliere-paziente e le piste estive per insegnare gli sport invernali, per non parlare della conchiglia gigante) possa confondere le idee, ma la sostanza è questa.

L’obiettivo è fare quel piccolo passo in più: modificare il piano della discussione dall’essere d’accordo o meno tra approvare e non approvare il progetto, al dare per scontato che quell’area sarà edificata.

Le parti, per chi non si vuole arrendere all’edificazione del campagnone, sono chiare: chi vuole combattere quest’opera è da una parte; l’amministrazione è dall’altra, perché la sua scelta l’ha già fatta, qualsiasi cosa vi racconti.

Bisogna diffidare da chi cerca di mescolare le carte con armi di distrazioni di massa, come spostare l’attenzione su altre zone e altri capannoni.

Il campagnone è un terreno agricolo e tale deve rimanere.