Costituzione parte civile, un atto dovuto

Nell’ultimo Consiglio Comunale è stata discussa un’interrogazione presentata dal gruppo “Ausilia Angelino Sindaco” in merito alle spese legali sostenute dal Comune di Lonate Pozzolo.

In particolare l’ultimo quesito posto nell’interrogazione pare riferirsi alla costituzione di parte civile del Comune nel processo penale in cui l’ex sindaco Danilo Rivolta era imputato insieme ad altri quattro soggetti con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso. Il procedimento di primo grado si è recentemente concluso con l’assoluzione degli imputati in quanto il giudice ha valutato che il fatto di cui gli imputati erano accusati è stato commesso in data anteriore rispetto all’entrata in vigore della norma attuale, più restrittiva, pertanto quando il fatto non costituiva ancora reato.

Indipendentemente dal caso specifico in questione, costituirsi parte civile in un processo penale costituito è un atto dovuto prima che inizi il dibattimento programmato.

A fronte delle imputazioni molto gravi alle quali l’ex Sindaco Rivolta e alcuni cittadini sono stati accusati è stato eticamente e moralmente doveroso per l’ente comunale di Lonate Pozzolo richiedere tale costituzione.

Non effettuare questo atto avrebbe significato ritenere irrilevante un’indagine ed un processo che PM e Giudici hanno condotto nel nome dello Stato Italiano e dei suoi cittadini col fine di tutelare i cittadini stessi mediante le leggi dell’ordinamento giuridico.

La minoranza ora si interroga su quali siano i costi sostenuti per costituirsi parte civile al processo:  la questione non è tanto economica, quanto etica; l’obiettivo era quello di rimarcare la distanza del Comune e di tutti i suoi cittadini rispetto alle vicende che sono emerse dalle indagini e successivamente vagliate dai giudici nei processi.

Indipendentemente dall’assoluzione emersa dal primo grado di giudizio, il danno reputazionale del nostro Comune sarà irrecuperabile perchè, pur rispettando la sentenza di assoluzione, vi sono fatti accertati seppur non punibili poiché presumibilmente commessi prima dell’entrata in vigore di una legge più severa e restrittiva.

Tutto quello che era in nostro potere fare per tutelare gli interessi e soprattutto la reputazione del nostro comune è stato fatto. Il nostro gruppo sarà sempre al fianco della magistratura, supportandola nella sua azione di ricerca della giustizia e della legalità, costi quel che costi.

Poniamo noi un interrogativo: cosa avrebbe fatto questa minoranza se fosse stata alla guida di questo comune di fronte alla portata di un processo con simili imputazioni? Avrebbe voltato lo sguardo e si sarebbe dedicata a bere un bicchiere di passito coi cantucci? Avrebbe forse tirato un sospiro di sollievo per l’assoluzione decisa dal giudice di primo grado?