Ora che Andrei è tornato a casa, facendo tirare un sospiro di sollievo dopo i tanti giorni di ansia e angoscia che la comunità lonatese ha provato per le sue sorti, credo sia opportuno fare qualche riflessione. Al di là della situazione specifica di questo ragazzo, che ora ha solo bisogno di essere lasciato tranquillo con la sua famiglia e i suoi amici, cosa ci hanno insegnato i quasi sei giorni che abbiamo trascorso con il fiato sospeso? Cosa ci rimane di questa esperienza?
Ho visto un impegno notevole da parte dei cittadini che hanno fatto il possibile per rilanciare l’appello della famiglia per cercare di risolvere una situazione oggettivamente critica e pericolosa. Ho visto l’appello del sindaco di Somma Lombardo e del sindaco di Samarate, ho visto i continui e pressanti appelli della sindaca di Ferno. Ho visto soprattutto l’assenza della sindaca di Lonate Pozzolo, territorio nel quale vive e studia il ragazzo che si era allontanato.
Una comunità attenta e preoccupata, al contrario del suo primo cittadino che è stata in silenzio. Nessuna informazione, nessuna comunicazione, nessuna condivisione dell’appello! Bastava questo, non si chiedeva nulla di più! È stata in silenzio fino a quando è stata richiamata ai suoi doveri dalla Prefettura, con un tavolo tecnico che si è svolto a cinque giorni dalla scomparsa.
Non credo (o almeno lo spero!) che sia cattiveria, ma c’è stata davvero tanta incapacità e ingenuità nel gestire una situazione emergenziale e mi chiedo: se dovessimo affrontare una emergenza che non coinvolge solo una persona, che evidentemente non era una priorità per questa sindaca e per questa amministrazione, se dovessimo incorrere in una situazione critica che coinvolgesse tutti noi, quanto saremmo tutelati? Ricordo bene cosa abbiamo affrontato durante il mio mandato; si è verificata un’emergenza assolutamente inaspettata, per la quale non c’era un protocollo da seguire: la pandemia, il lockdown, le normative che cambiavano giorno per giorno. E giorno per giorno il mio contatto con i cittadini, seppur a distanza, era quotidiano. Non posso che chiedermi cosa poteva succedere se fosse invece capitato adesso, viste queste premesse.
È passato un anno con la sindaca Carraro e non c’è alcun risultato. Nulla è stato ancora realizzato del programma elettorale, se non quello che in realtà era già stato fatto dalla nostra amministrazione. È passato un anno e non c’è comunicazione efficace verso i cittadini.
E francamente vedo poco equilibrio in un primo cittadino che, oltre ai propri selfie, si preoccupa di pubblicare comunicati contro le associazioni, che non riesce a fare un appello per la scomparsa di una persona e quando lo fa deve aggiungerci la sua insofferenza verso le opposizioni, che replica piccata e a volte in maniera inconsulta a tutti coloro che fanno emergere le sue (tante!) criticità; mentre invece dovrebbe solo fare il suo lavoro, quello che si ritrova a DOVER svolgere.
Guardando chi è alla testa di questo Comune, che ritiene le sue giornate fin troppo lunghe, io sono preoccupata.
Nadia Rosa