La Repubblica Italiana compie oggi 77 anni.
Il 2 giugno 1946 uomini e donne italiani si recavano alle urne per una scelta fondamentale: monarchia o repubblica?
Gli italiani, con una partecipazione al voto dell’89%, sceglievano il futuro dell’Italia superando il periodo monarchico e iniziando a scrivere una nuova pagina di storia con la nascita della Repubblica Italiana. Dopo il ventennio fascista, le leggi liberticide, la guerra mondiale, l’Italia iniziava una nuova vita come democrazia repubblicana.
Per la prima volta anche le donne erano chiamate alla scelta. La presenza femminile ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella storia, ma in quel giorno di giugno la partecipazione delle donne è stata ufficialmente riconosciuta, dopo essere state attive protagoniste durante la Resistenza, a fianco dei partigiani e dei liberatori dal regime nazifascista.
Il 2 giugno le urne proclamarono i nomi dei componenti dell’assemblea costituente. Iniziava il lungo lavoro di scrittura della nostra bella Costituzione. Ogni parola del testo è stata studiata e sudata, con il lavoro e la collaborazione di tutte le formazioni politiche, in una collaborazione trasversale che ha permesso la stesura di un testo che ancora adesso è attuale e potente.
La forza della carta costituzionale è il fatto di essere nata dal sangue di chi ha combattuto per la nostra libertà. Lo diceva Calamandrei, la Costituzione non è un pezzo di carta, ma è un testamento, il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.
Ancora proseguiva Calamandrei: “Una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica” e il suo monito pronunciato nel 1955, quasi settanta anni fa, va tenuto ben presente anche oggi, soprattutto oggi, quando quell’appello è ancora più attuale.
Oggi infatti vediamo come quei morti sono da tanti dimenticati: la percentuale di astensionismo ad ogni elezione è altissima e crescente. L’indifferenza alla partecipazione alla vita pubblica è un affronto per tutti quei coraggiosi ragazzi e ragazze, uomini e donne, che hanno sacrificato la loro vita nel nome di un ideale di libertà.
È nel loro ricordo che dobbiamo impegnarci, con responsabilità, per costruire un futuro in cui ognuno abbia dignità, per vivere tutti, noi, i nostri figli e i nostri nipoti in una società rispettosa dei diritti di tutti.
Come disse Liliana Segre nel discorso al Senato dello scorso mese di ottobre, se si impiegassero energie per attuare la Costituzione, il nostro sarebbe un Paese più giusto.
Sarebbe un Paese rispettoso dei diritti e garante della realizzazione di ciascun cittadino.
Con la piena attuazione dell’articolo 3, sarebbe garantita pari dignità sociale e uguaglianza davanti alla legge senza alcun tipo di discriminazione, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Con la piena attuazione dell’articolo 4, ciascuno di noi potrebbe concorrere al progresso materiale e spirituale della società in cui viviamo, ciascuno secondo le proprie scelte e le proprie possibilità.
Il compito di chi governa è di attuare la previsione della Costituzione, rimuovendo gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini.
Le giovani generazioni sono la nostra speranza, sono mosse dagli ideali che le spingono a voler migliorare il mondo che ereditano da noi.
Chi amministra ha un importante compito da svolgere per i giovani: non tarpare loro le ali, non disilludere, favorire l’impegno politico e sociale, dare spazio per la partecipazione alla vita pubblica e creare opportunità per la loro crescita armonica e dignitosa in una società giusta, rispettosa dei diritti, rispettosa dell’ambiente, rispettosa del prossimo.
Purtroppo al momento a Lonate Pozzolo notiamo nella maggioranza che governa il paese un’assenza assoluta di giovani, che non sono considerati nel loro programma amministrativo e non sono inoltre rappresentati tra chi prende le decisioni.
Speriamo che la consegna della Costituzione ai neodiciottenni, che simboleggia il loro debutto civico, non sia appunto solo simbolica. Le nuove generazioni vanno ascoltate e le loro istanze non vanno mai ignorate o liquidate con sufficienza o supponenza. Al contrario, va data concretezza e seguito alla cerimonia di oggi.
Da parte mia e del nostro gruppo, auguro a tutti i giovani adulti che oggi celebrano la maggiore età di realizzare i propri sogni e desideri, di prendere in mano la propria vita in maniera costruttiva e solidale, così come fecero i nostri padri costituenti, di raccogliere il testimone di chi li ha preceduti, di imparare dalla storia e dal passato, non dando mai per scontata la conquista della libertà e dei diritti, ma anzi spero che li proteggano e li tutelino sempre. Solo così, in una società giusta e rispettosa dei diritti, potranno realizzare il proprio brillante futuro.
Nadia Rosa